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NO PLACE LIKE HOME
Come il tornado che colpì la fattoria di Dorothy Gale del Kansas nel Mago di Oz, così la guerra ha colpito e continua a colpire la Siria da anni. La vita al di là del confine siriano per coloro che fuggono non è affatto colorato e fantastico come quello immaginato al di là dell’arcobaleno, e per coloro che restano che cercano di percorrere il sentiero dorato della resistenza non vi sono affatto città di smeraldo o maghi che possano rimettere tutto a posto. Se solo si potessero sbattere i tacchi di rubino e svegliarsi dall’incubo. No place like home esplora questo conflitto, il caos da esso generato dentro e fuori dal suo paese, attraverso le strazianti testimonianze raccolte da Laura Tangherlini (giornalista Rai News e autrice del libro Matrimonio Siriano, un nuovo viaggio da cui No place like home è tratto) e suo marito Marco Rò durante il loro progetto benefico Matrimonio Siriano a sostegno dei profughi siriani. In scena tre figure: Lui, Lei e l’Altro. Lui e Lei incarnano di volta in volta diverse figure di uomini e donne coinvolti nel conflitto, spersonalizzati, senza nomi né identità. L’Altro rappresenta la forza manipolatrice dietro ad ogni tipo di conflitto, che sia interpersonale o di tipo politico. Lui e Lei vengono letteralmente manipolati come se fossero dei burattini, manichini, zombie nelle mani dell’Altro. Come in un’opera di Banksy, l’orrore e la cupezza della guerra sono giustapposti al mondo colorato e fiabesco del Mago di Oz. Al centro della scena un prato bucolico, tappezzato da fiori su cui poggia una malconcia poltrona, come caduta dal cielo dopo un’esplosione, o un tornado. Una casa che non c’è più, una pace ormai inesistente, un miraggio che non si potrà più raggiungere neanche con Cuori, Cervelli e Coraggio. I personaggi cercano di percorrere il sentiero dorato che li riporti alla pace, ma vengono costantemente ostacolati dall’intervento dell’Altro. In un mucchio di logore scarpe di tutti i colori dell’arcobaleno, solo quelle rubino permettono di poter oltrepassare l’arcobaleno e ritornare a casa. Ma la casa non c’è più. Così come la pace
testo e regia Fiorenza Montanari
con Fiorenza Montanari,
Andrea Quatrini
Mattia Renzi
Costumi e Scenografia
Fiorenza Montanari
Light design Andrea Quatrini
Foto Lorenzo Pavani
Andrea Giansanti
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